I sognatori salveranno il mondo.
Su questo non ho dubbi, ma in quanti avranno il coraggio di ammetterlo?
In una società un po' sofferente, dove la razionalità fa fatica a convincerci delle sue ragioni, bisogna dar più spazio alla fantasia, perché è dalle idee apparentemente senza senso che può nascere qualcosa di nuovo e appassionante.
Il progetto di Andrea Scarzello prende apertamente spunto da Ian Ruther.
Così come l'alchimista americano ha trasformato un camion in una fotocamera gigante, anche il fotografo e "tireur" cuneense ha voluto utilizzare il suo vecchio van Mercedes come una maxi macchina fotografica/laboratorio.
Il nostro Andrea non si propone però gesta esagerate o incredibili, ma vuole semplicemente cambiare il rapporto che il fotografo vive con la sua fotocamera, effettuando una specie di ritorno nel grembo materno di una confortante camera obscura.
Andrea Scarzello dentro il suo Vitographic
Inside the Vitographic.
Il Vitographic in piazza della Loggia a Brescia si prepara a scattare qualche ritratto.
Brescia, Loggia square, preparing the Vitographic to make some nearly snapshots.
Non abbiamo la Profoto come sponsor, ce la dobbiamo cavare solo con le nostre risorse, così abbiamo utilizzato quasi esclusivamente materiale di recupero per allestire il nostro Vitographic. A.S.
Questa è la filosofia che ha permesso di costruire un banco ottico all'interno di un Mercedes Vito del 1999.
Il telaio concepito per realizzare il banco ottico è costituito da tubi e curve a gomito per l'acqua, la torretta dove sono montate le ottiche è stata smontata da una reprocamera per arti grafiche, dopo che una tipografia dove lavorava un amico d'Andrea è stata chiusa circa 10 anni fa.
Stessa origine hanno le ottiche montate per effettuare gli scatti.
L'ottica che è stata utilizzata a Brescia è un Rodenstock Apo Gerogon S 270mm f 11 che probabilmente potrebbe coprire formati di quasi 12 pollici di diametro, ma che era stato progettato per rendere al meglio nei rapporti di riproduzione 1:1.
Nella messa a fuoco all'infinito potrebbe comportarsi in modo non eccellente ed aver problemi a coprire i formati troppo spinti, ma Andrea si propone d'effettuare soprattutto delle ambientazioni di personaggi en plein air con soggetti posti a circa 3-5 metri di distanza dal piano focale per cui l'obiettivo se la cava magnificamente.
Non sapevo cosa fare con quel materiale, così l'ho conservato inutilizzato per parecchio tempo, ma sapevo che prima o poi avrei voluto realizzare un grosso banco ottico. A.S.
Questo è quello che dice ancora Andrea parlando dei pezzi che gli sono stati regalati anni fa.
La standarta porta ottiche monta una torretta girevole sulla quale spicca un bel Rodenstock Apo Gerogon S 270mm f 11.
La dotazione ottiche del Vitographic
The lenses of the Vitographic.
La trasformazione del furgone in macchina fotografica è costata circa 200 euro per gli allestimenti interni (tubi idraulici, vernice speciale antiriflesso, telo nero a prova di luce e accessori), mentre il costo principale è stato sostenuto per riverniciare la carrozzeria del Vito di nero, aggiungendo le grafiche adesive (circa 900 euro).
La vernice grigia opaca ruvida è stata scelta perché l'interno del furgone è abbastanza piccolo e si volevano evitare indesiderati effetti di riflessione di luce.
Andrea si chiude nel ventre del suo Vitographic
Going to work inside the van.
Delle semplici mollette di metallo servono a sigillare con della tela speciale per arredamenti l'apertura del portellone dove è collocato l'obiettivo.
Simple metal clips are used to seal the rear gate of the van with special canvas for forniture.
Standarta posteriore dove si forma l'immagine e viene appiccicata la carta da stampa autopositiva con nastro adesivo.
The base where the image will be printed.
La Vitographic è molto semplice, non ci sono vetri smerigliati per la messa a fuoco, né chassis, l'immagine si forma direttamente su un piano di legno che non necessita di soffietto perché è la carrozzeria del furgone a fungere da corpo macchina a tenuta di luce. La messa a fuoco si realizza spostando la standarta posteriore. La standarta anteriore può essere decentrata e basculata orizzontalmente, nel caso fosse necessario operare qualche correzione prospettica si renderebbe necessario sbloccare delle catenelle di ferro e ribloccare il tutto nella nuova posizione.
Carlotta ed Andrea
Per operare con questa fotocamere sono necessarie due persone: un fotografo all'interno del corpo macchina ed un assistente all'esterno che preavvisa il soggetto o le persone intorno, del momento esatto dello scatto. Non è il fotografo a scegliere il momento più adatto allo scatto, ma in qualche modo è il soggetto che assume l'espressione voluta e fa sapere quando è pronto a chi sta all'interno del Vitographic.
Questo modo di operare fa sì che siano spesso necessari più scatti per ottenere un'immagine buona.
Utilizzando la carta autopositiva dell'Imago nel formato 8X10, Andrea ha capito che è meglio scattare le fotografie all'ombra, per attenuare il contrasto d'immagine e riuscire ad ottenere una fotografia con qualche grigio in più.
La sensibilità della carta è di circa di 6 Iso, i tempi di posa con cui Andrea ha scattato a tutta apertura erano di circa 2 secondi.
Ho consigliato ad Andrea di provare a fare come si faceva una volta alle fiere, ovvero di scattare con la carta da stampa normale, poi rifotografare il negativo ottenuto, per dar vita finalmente ad un positivo su carta. C'è un passaggio in più da fare, ma si otterrebbe alla fine un positivo su carta con molto meno contrasto di quello che è intrinseco al prodotto Imago, che finisce per dare risultati molto metallici, un po' nel vecchio stile Ciba. Inoltre, si riuscirebbe così a raddrizzare i lati invertiti dell'immagine.
Brescia, piazza della Loggia, il 5 ottobre 2014, accanto al Vitograpghic una manifestazione di pachistani.
Beside the Vitographic some pakistans are making a protest for the political situation in their country.
Una Pietà moderna ad Arles, luglio 2014
Arles 2014, a modern Pity
La partecipazione a Phototrace 2014 per il Vitographic è la seconda uscita pubblica, nel luglio 2014 Carlotta e Andrea sono stati ai Rencontres d'Arles Photographie per dare visibilità al loro progetto, ma in quell'occasione hanno partecipato in forma non ufficiale, semplicemente parcheggiando la loro "Macchina fotografica" all'interno del " Parc de l'Atelier". Se per i primi giorni del festival la loro presenza è passata abbastanza inosservata, nei giorni seguenti è stato loro richiesto di spostarsi sempre più all'esterno di quell'area, fino a dover poi sostare davanti ai cancelli d'ingresso, cosa che in realtà ha reso il loro Vitographic ancora più visibile.
A poco è valso dire che la loro non era un'attività assimilabile a chi prepara panini, ma un evento fotografico di rilievo, l'organizzazione di Arles non ha voluto sentir ragioni.
Nonostante questo piccolo intoppo, Andrea è rimasto molto soddisfatto della sua esperienza perché la maggior parte delle persone si sono fermate a parlare con lui, soprattutto i fotografi, e si sono fatti ritrarre dal Vitographic.
Al suo ritorno a Cuneo, Andrea ha preso coraggio ed ha deciso di lasciare il suo lavoro in un centro di prodotti per il bricolage, per dedicarsi a tempo pieno al suo sogno creativo.
Anche Carlotta s'interessa di fotografia, ma la sua attività principale è la produzione artistica di ceramiche Raku.
Carlotta e Andrea hanno realizzato insieme un forno portatile da caricare sul Vitographic, in modo da poter produrre anche il Raku in qualsiasi luogo possano raggiungere con il loro van.
Una cosa divertente che mi hanno detto è che molte persone, vedendo l'obiettivo del banco ottico affacciarsi fuori dal portellone del Vito credevano di aver a che fare con un'equipaggio di Google Map intento a mappare il territorio e spesso è stata questa la spiegazione che hanno sentito che molti padri davano ai loro figli, quando questi piccoli innocenti chiedevano ai loro genitori che cosa fosse il Vitographic.
Il Vitographic non sarà presente solo ai festival fotografici, ma potrebbe essere anche un modo romantico per ripristinare la funzione del fotografo ambulante in chiave moderna e proporre un servizio nuovo che strizza l'occhio al passato, staremo a vedere. Tony Graffio
English Text
Photographing inside the Vitographic
The dreamers will save the world.
On this I have no doubt, but how many people have the courage to admit it?
In a society a little suffering, where rationality is not able to convince us of his reasons, you have to give more space to the imagination, because it is from the apparently nonsensical ideas that can grow something new and exciting.
Andrea Scarzello's project openly takes its cue from Ian Ruther.
Just as the alchemist American has turned a truck in a giant camera, even the photographer and "tireur" from Cuneo wanted to use his old Mercedes van like a big view camera/laboratory.
Our Andrea however is trying to stay with his feet on the Earth, doing quite normal photographs with Imago paper. He doesn't want to show anything of exaggerated or incredible, but simply he would like to change the relationship that the photographer lives with his camera, making a kind of return to the womb in a comforting camera obscura.
We do not have the Profoto as a sponsor, we have to get there only with our resources, so we used almost exclusively recycled materials to prepare our Vitographic. A.S.
This is the philosophy that has allowed us to build an optical bench inside a 1999 Mercedes Vito.
The frame designed to realize the optical bench is made from pipes and elbow bends for water, the tower where the optics are fitted has been disassembled from a repro camera for graphic arts, after which a printing where an Andrea's friend worked was closed about 10 years ago.
Same origin have the optic mounted to make shots.
The lens that was used to Brescia is a Rodenstock Apo Gerogon S 270mm f 11 could probably cover larger formats but Andrea didn't take shit of paper larger than 8x10.
The lens was designed to make the most of the reproduction ratio 1: 1, so the optical correction at the infinity focus may not behave excellent and could have trouble covering sizes too pushed, but Andrea is proposed to perform especially sort of portraits en plein air with the subjects at about 9-15 feet away from the focal plane, where the lens gets along beautifully.
I did not know what to do with that stuff, so I kept unused for a long time, but I knew that sooner or later I wanted to make a large optical bench. A.S.
This is what it says Andrea still talking about the pieces that were given away years ago.
The transformation of the van in view camera costed about 200 euro for the internal fittings (hydraulic hoses, special anti-reflective coating, black light-proof drape and accessories), while the main cost has been incurred to repaint the body of the Vito in black, adding the adhesive graphics (about 900 euro).
The rough matte gray paint was chosen because the inside of the van is small enough and Andrea wanted to avoid side effects of reflection of light.
The Vitographic is very simple, there is not a ground glass for the focus, or a place for the chassis, the image is formed directly on a wooden base that requires no bellows because it is the body of the van body to serve as a machine-tight light. Focusing is achieved by moving the back standard. The front standard can be rised and swing, the rear standard can be only swing. In case it is necessary to make some perspective correction, it would be necessary to unlock the chains of iron and relock it all to the new location.
The Vitographic is very simple, there is not a ground glass for the focus, or a place for the chassis, the image is formed directly on a wooden base that requires no bellows because it is the body of the van body to serve as a machine-tight light. Focusing is achieved by moving the back standard. The front standard can be rised and swing, the rear standard can be only swing. In case it is necessary to make some perspective correction, it would be necessary to unlock the chains of iron and relock it all to the new location.
Working with this camera requires two people: a photographer inside the camera body and an assistant outside that forewarns the subject or the people around of the exact moment of capture. It's not the photographer to choose the right moment to take the shot, but somehow it is the person who assumes the desired expression to let the operator know when it's ready.
This way of working means that they are often needed several shots to get a good picture.
Using the 8x10 Imago paper, Andrea has realized that it is better to take pictures in the shade, to reduce the image contrast andto be able to get a picture with a few more gray.
The sensitivity of the paper is approximately 6 Iso, so Andrea exposed at full open stop approximately at 2 seconds of time.
I have recommended Andrea to try to do as it was once at fairs, or to shoot with the normal printing paper, then retaking the negative got to finally bring about a positive on paper. There is an extra step to make, but at the end you would get a positive on paper with much less contrast than that which is intrinsic to the product Imago, which ends up giving results very metallic-look like, a bit in the old style Ciba. In addition, it would be possible so to straighten the sides of the reversed image.
Phototrace 2014 is the second public release for the Vitographic Van.
In July 2014 Carlotta and Andrea went at the Rencontres d'Arles Photographie to give visibility to their project, but that time they took part in unofficial form, just parkig their "camera" in the "Parc de l'Atelier". If the first few days of the festival, their presence has gone quite unnoticed, in the following days they were asked to move more and more outside of that area, until when they had to stand in front of the entrance gates, which in reality made their Vitographic even more visible.
A little is worth to say that their activity was not comparable to those who prepare sandwiches, but as a major photographic event, the organization of Arles did not want to listen to reason.
Despite this slight drawback, Andrea was very pleased with his experience because the majority of people stopped to talk to him, especially photographers that chosed to be portraied by the Vitographic.
On his return to Cuneo, Andrea took courage and decided to leave his job in a center of DIY products, to devote himself full time to his creative dream.
Carlotta is also interested in photography, but her main business is the artistic production of Raku pottery.
Carlotta and Andrea have created a portable oven set to load on Vitographic, in order to produce even the Raku anywhere they can reach with their van.
A funny thing they told me is that many people, seeing the lens of the view camera leaning out of the door of the Vito thought they had to do with a crew of Google Map occupied to map the territory. Often, this was the explanation Carlotta and Andrea heard that many fathers gave to their children when these innocent asked their parents what was the Vitographic.
The Vitographic will not be present only at the festivals, but could also be a romantic way to restore the function of the street photographer with a modern propose for a new service that gives a nod to the past, we'll see. Tony Graffio
Tutti i diritti sono riservati
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