mercoledì 11 marzo 2015

Kodak Brownie Mania

Divertirsi con pochi soldi, mettersi al collo una fotocamera dal design accattivante, per di più d'autentico modernariato? 
Senza contare che si tratta di un pezzo made in England capace d'ottenere delle belle immagini stile Lomo! 
Il tutto spendendo meno che acquistando una Holga?
Sembrerebbe impossibile, invece si può fare alla grande, grazie al giovane designer mantovano di 25 anni, Andrea Mambrini, che le ha tolte dall'ibernazione e le sta facendo rivivere per tutti noi, dandole per di più anche quel tocco di oggetto difficilmente reperibile, in qualche modo d'élite, che non guasta mai.
Di cosa sto parlando?
Ma delle Brownie, ovviamente. Le simpatiche fotocamere che Kodak ha prodotto per quasi 60 anni in ogni forma, versione e formato; cosa che ne può incrementare ancor più il collezionismo, o la ricerca.

Kodak Borownie mania
Andrea e la sua Brownie preferita, una Starlet

In molti sono convinti che la curiosità sia un difetto, eppure è proprio dalla passione per come funzionano le cose e dal desiderio di guardarci dentro che Andrea ha sviluppato la sua ingegnosità, nonché il gusto di poter riutilizzare oggetti che non sono mai veramente passati di moda e sanno conquistare nuove schiere di giovani fotografi.

<Devi aprirle per capirle, sono semplici, ma funzionali>
Andrea s'esprime così parlando delle fotocamere della Kodak prodotte a Londra fin dagli inizi del secolo scorso.

<You have to open them to understand them, they are simple, but functional>
Andrea has expressed himself so talking of the Kodak cameras produced in London since the beginning of the last century.

L'Italia è sempre stato un paese in cui ci sono stati problemi da risolvere in modo urgente relativamente alla sopravvivenza quotidiana ed alla conquista dei normali diritti per le genti più umili, rispetto a ciò che accadeva nei paesi più industrializzati ed alle condizioni di vita dei loro abitanti che, già ai primi del 1900, godevano di un sistema politico e sociale più solido e democratico, nonché di uno stato di diritto a tutti gli effetti applicato ad ogni cittadino, indipendentemente dalle sue idee, sesso, religione o status economico, cosa che sembra essere tutt'ora da essere messa in pratica, qui da noi nel paese più bello del mondo: Furbilandia (dico questo non perché ieri sia stato assolto un importante uomo politico italiano, ma perché sono sempre i soliti onesti ad essere penalizzati da questo sistema truffaldino).
E' stato così che mentre con un dollaro, o una sterlina si poteva comprare una fotocamera Kodak Brownie, in Italia solo i fotografi professionisti, generalmente nobili, aristocratici, o persone di un alto livello sociale, potevano permettersi di stare dietro una pellicola, o lastra che fosse, mentre facevano scattare un otturatore.
La vera popolarità della diffusione della fotografia e degli strumenti necessari per catturare le immagini in Italia sono slittati di circa 50-60 anni rispetto a Regno Unito, Francia, Germania ed, ovviamente, USA. 
Solo dopo il boom economico del decennio 1954-1964, l'italiano medio ha scoperto il gusto di comprarsi la prima fotocamera e comporre da solo i soggetti dei quali avrebbe poi registrato l'immagine, con l'intervento di fotocamere economiche made in Italy che spesso utilizzavano il formato 127 all'interno scatole a tenuta di luce di marche anch'esse scomparse, come Ferrania o Bencini, per citarne due tra le più conosciute.

Parte delle fotocamere recuperate da Andrea a Londra e dintorni

Le piccole Brownie a forma di parallelepipedo, hanno consentito all'uomo della strada di compiere la propria rivoluzione fotografica, semplicemente premendo un bottone, mentre Kodak, poi, avrebbe fatto il resto del lavoro.
Per aver portato la fotografia in ogni casa, ognuno di noi dovrebbe essere grato a questo prodotto che nella sua semplicità era geniale ed abbastanza robusto. 
Lavorando con un tempo di scatto intorno a 1/50 di secondo ed un diaframma molto chiuso, circa f 8, f 11 queste simpatiche scatolette consentivano d'avere grande profondità di campo, senza fare nessun'altra regolazione. 
Nei primi tempi le fotocamere Brownie erano costruite in cartone, mentre più tardi verranno fatte di bachelite, plastica e metallo.

La Starlet è un genere di fotocamera punta e scatta  che, grazie ad una lente addizionale, è adatta a riprendere anche ritratti ravvicinati

Qui Andrea ci mostra una Starflash molto speciale, una Startech per usi odontoiatrici nella sua confezione originale, praticamente nuova e due caricatori di pellicola, uno di essi è stato modificato per montare pellicole 135. 
Alle Brownie appartengono tutte le Star, in cui troviamo ad esempio Starlet, Starflash, Starmite e via di seguito. Quella grigia è una Startech, modello particolare di Starflash ma con diaframmi molto chiusi per mettere a fuoco da vicino. 

Here Andrea shows us a very special Starflash, a Startech for dental uses in its original packaging, practically new and two magazines of film, one of them has been modified to fit 135 film.
All the Star belong to the Brownie family, in which we find such Starlet, Starflash, Starmite and so on. That gray is a Startech, particular model of Starflash with diaphragms but very closed to focus close up.

Circa 3 anni fa, quando ancora frequentava il Politecnico alla Bovisa, Andrea ha letto un articolo che descriveva le Brownie sul National Geographic Magazine e da allora s'è messo a ricercare le box camera per rimetterle in sesto e poterle riutilizzare.
E' stato durante suo periodo universitario (concluso da poco) che Andrea ha iniziato a fotografare ed appassionarsi a certe soluzioni, in qualche modo poco comprensibili per qualcuno abituato ai computer più che alla chimica ed alla sensitometria. 
Con i suoi coetanei ha scoperto il mezzo digitale, per poi ri-orientarsi verso la fotografia tradizionale che permetteva di sperimentare delle tecniche più creative, o meno controllabili, come le doppie esposizioni e l'utilizzo di emulsioni scadute con l'imprevedibilità di certe strane affascinanti colorazioni.

Fotografia in striscia fatta in Norvegia, più precisamente si tratta di una pellicola dove sono stati effettuati 24 scatti in cui il giovane designer autore dello scatto s'è scordato di girare la manovella di avanzamento del film. Ne è uscito questo scatto unico che si mescolano colori freddi. Le dominanti di quei paesaggi in quel periodo ci evocano più emozioni, rispetto alle fotografie digitali piene di dettaglio e forse più precise tecnicamente, ma forse proprio per questo meno poetiche.


Photographic strip made in Norway, more precisely it is a film on which were made 24 shots where the young designer author of the shooting has forgotten to turn the knob to advance the film. It came out this single-shot that mix cool colors. Casting those landscapes in that period evoke in us more emotions than the digital photographs full of detail and perhaps more technically precise, but less poetic.

La Holga è in qualche modo imparentata con le Brownie per via di un'ottica e di una meccanica imprecisa e delle aberrazioni cromatiche che si ottengono proprio a causa dell'utilizzo di uno strumento economico che induce a familiarizzare con un modo semplice di gestire la tecnica fotografica.

Non c'è poi gran che all'interno di una Brownie Six-twenty, un semplice sistema di trascinamento della pellicola, una molla che comanda una lamella metallica che funge da otturatore, l'alloggiamento per la pellicola i rocchetti, un obiettivo ad una sola lente a menisco che ha una focale di 90 mm sul formato 6X9, un paio di mirini a specchio, viti e cose così.
Poiché la messa a fuoco è fissa su infinito, esiste la possibilità d'agire su una levetta sul lato destro della fotocamera per spingere manualmente una lente addizionale davanti all'obiettivo e permettere di porre a fuoco i soggetti tra circa 1,5 metri e 3 metri, una distanza che consente così di realizzare i ritratti.

There is not so much inside a Brownie Six-twenty, a simple system for dragging the film, a spring which controls a metal plate that acts as a shutter, the housing for the film spools, a single meniscus lens that has a focal length of 90 mm on the format 6X9, 2 viewfinder with small mirrors, screws and stuff like this.
Because the focus is fixed at infinity, there is the possibility of acting on a lever on the right side of the camera to manually push an additional lens in front of the lens and allow you to put the focus on the subjects between about m. 1.5 and 3 meters, a distance that allows you to realize the portraits.


Dopo aver cercato di reperire informazioni riguardanti le Kodak Brownie, basandosi sulle metodologia di studio apprese in Università, Andrea inizia a guardarsi in giro per raccogliere qualche esemplare di fotocamera da smontare per vedere com'è fatta e poter rimettere in ordine per un normale utilizzo.
Un suo amico che vive a Londra lo aiuta a trovare fotocamere in buone condizioni e glie le spedisce in Italia.
La ricerca procede in maniera scientifica per riscoprire come nacque la fotografia, quasi 200 anni fa e per recuperare più modelli possibili di box camera.
Le Brownie, stile box camera numero 0 del 1900 vengono prodotte fino agli anni 1960 e sono proprio questi modelli che hanno un frontale con la grafica diversa, a secondo dell'anno di produzione che si rivelano essere i modelli più robusti ed affidabili ed sono queste le fotocamere importate e risistemate da Andrea. Basta poco sforzo per pulirle, smontarle, oliarle e rimetterle in funzione, alcune, dopo essere passate per le mani di Andrea sembrano proprio fotocamere uscite dalla fabbrica una settimana prima, anzi che 60 anni fa.
Andrea si dà da fare e mette in vendita le prime fotocamere rigenerate, non per trarne un guadagno, ma per costituire una comunità di fotografi con cui condividere questa passione, scambiare idee, immagini ed esperienze.
Non vuole essere l'unico a giocare con queste fotocamere, così ha subito reagito positivamente quando l'ho contattato per chiedergli di concedermi un'intervista ed un paio di giorni dopo mi ha raggiunto a Milano, dove dopo esserci conosciuti ci siamo capiti al volo su intenti e cose da dire, a proposito di questa riscoperta.

Kodak Brownie Starlet

Quando Andrea fotografava in digitale s'era reso conto di realizzare circa 3000 scatti alla settimana che erano press'a poco tutti uguali, questo fatto gli fece capire che ci doveva essere un'altra strada da percorrere perché gli eccessi non vanno mai bene e fare troppe fotografie faceva anche perdere molto tempo per rivederle, prima d'effettuare una scelta e decidere cosa tenere e cosa buttare.
Con la pellicola bisogna concentrarsi maggiormente in fase di ripresa, inoltre ogni scatto ha un costo, il che ti induce anche ad evitare di sprecare denaro, oltre che tempo.
Andrea vorrebbe cercare d'agevolare l'accesso al mondo della vera fotografia a persone che, come lui, si trovano davanti ad un percorso inverso per affrontare una tecnica del passato, sempre ricca di fascino e capace di dare molte soddisfazioni, dopo aver conosciuto le meraviglie contemporanee fatte di sensori elettronici e di pixel. 
Andrea ha inserito sulle box camera un paio di rocchetti supplementari di legno in modo da poter utilizzare le Brownie con i rullini 135 che sono più comuni, più economici, ma che in provincia si trovano in vendita pur sempre a circa 6 euro l'uno. Per non parlare poi della difficile reperibilità delle emulsioni per il bianco e nero e del 120.

Il portarocchetti della Starlet

Delle Brownie non si butta via niente
Una vecchia Six-twenty irrecuperabile riciclata come faretto

None Brownie has been thrown away
An old unrecoverable Six-twenty recycled as spotlight

A Londra esisteva una delle fabbriche europee della Kodak, probabilmente questo fatto ha reso anche molto popolare la sua diffusione nel Regno Unito e nei paesi limitrofi, mentre come abbiamo già visto, la passione per queste box camera, dai nostri padri e dai nostri nonni non è stato vissuto con lo stesso entusiasmo. 
L'Italia era un paese povero dove la radio ed il telefono hanno conosciuto una diffusione più veloce rispetto alla fotografia di massa.
Il modello Kodak Brownie 620 montava la pellicola 620 che aveva la stessa larghezza della 120, ma veniva raccolta da rocchetti di ferro più stretti, mentre la 120 aveva rocchetti più larghi di legno.
Esistono rocchetti di ferro anche per il 120, ma è molto più comune trovare rocchetti di plastica che possono facilmente essere montati sulle Brownie six-twenty, permettendo così d'utilizzarle senza problemi di reperibilità della pellicola.
Un discorso diverso riguarda le Starlet che montavano la pellicola economica dell'epoca: la 127, prima che questa scomparisse per lasciare il monopolio della fotografia di piccolo formato ai rullini 135.
Esistono un paio di soluzioni diverse per poter usare le Starlet che montavano i 127; in un caso bisognerebbe disporre dei rocchetti originali e tagliare la pellicola più larga, solitamente la 120 con degli appositi slitter, oppure sarebbe opportuno ingegnarsi in altro modo; il che vuol dire dover ricorrere ad una maggior manualità per il taglio al buio ed il ribobinamento. L'altro metodo prevede invece l'uso di adattatori che consentono di montare un paio di caricatori (uno pieno, l'altro vuoto) nell'alloggiamento del 127, cosa che poi dà luogo alla pellicola esposta anche attorno alle perforazioni.
Per chi invece volesse fare le cose per bene, consiglio di contattare l'amico Guido Tosi della Six Gates Film e farsi rifornire di 127  già pronto all'uso, oppure contattare PFG che ne distribuisce i prodotti. Tony Graffio

La Starlet monta la pellicola 127 che espone un fotogramma di cm 4X4

Delft (NL) dall'alto, scatto eseguito su una normale pellicola 120 inserita in una Kodak Brownie 620, formato cm 6X9 circa.

Mantova in B/N fotografia realizzata con una Kodak Brownie Starlet con gli adattatori per il 135

Le Kodak Brownie le potete trovare in vendita da Speed Photonel cuore della Bovisa, in via degli Imbriani n.55, Milano. Riflesso nello specchio in vetrina vediamo Roberto Tomasi, il geniale stampatore inventore del metodo Photo-Transfer.

Andrea mi ha detto che a breve qualche macchina fotografica delle sue si potrà trovare anche a Reggio Emilia da Foto Superstudio.

Le fotografie marchiate AM sono di Andrea e sono state realizzate con le sue Kodak Brownie, le altre sono di Tony Graffio

English text
Would you like to have fun with little money? 
Would you like to et a camera beautifully designed, like new, but 60 years old?
Not to mention that it is a piece made in England capable of obtaining good images in pure Lomo style!
All this for less of the price nedeed to buy a Holga?
It would seem impossible, but you can do great things, thanks to the young designer from Mantua, 25 years old, Andrea Mambrini.
He removed some old cameras from hibernation and he is reviving them for all of us, giving to them even more charme because they are not so easy to find in perfec conditions.
What I'm talking about?
But of the Kodak Brownie, of course. The nice box cameras the yellow house has produced for almost 60 years in every shape, size and version; thing that can increase even more its collectible interest.
Many are convinced that curiosity is a flaw, yet it is the passion for how things work and the desire to look inside everything that Andrea has developed his intelligence, as well as the taste of being able to reuse objects that have never really gone out of fashion and know how to win new legions of young photographers.
Italy has always been a country where there were problems to be solved urgently in relation to the daily survival and the conquest of the normal rights to the most humble people, compared to what happened in most industrialized countries and the living conditions of their inhabitants, already in early 1900, they enjoyed a political and social system more viable and democratic, as well as a state of law in effect applied to every citizen, regardless of his ideas, sex, religion or economic status, what that seems to be still to be put into practice, here with us in the most beautiful country in the world: Cleaverland (I say this not because it was yesterday acquitted a prominent Italian politician, but because they are always the same honest to be penalized by this rethink).
While with a dollar, or a pound you could buy a Kodak Brownie camera, in Italy only professional photographers, generally nobles, aristocrats, or people of a higher social level, could afford to stay behind a film, or slab that was, while they were taking a shutter.
The real popularity of the spread of photography and of the tools able to capture images in Italy have slipped by about 50-60 years than in the UK, France, Germany and, of course, USA.

Only after the economic boom of the decade 1954-1964, the average Italian has found the taste to buy his first camera and compose alone the subject of which would then record it, with the intervention of cheap cameras made in Italy frequently used format within 127 light-tight boxes of brands also disappeared, as Ferrania or Bencini, to name two of the most famous.


Small cuboid Brownie, enabled the man of the street to make his photographic revolution, simply by pressing a button, while Kodak, then, would do the rest of work.
For bringing photography into every house, each of us should be grateful to this product that was brilliant in its simplicity and robust enough for every days life.
Working with a shutter speed around 1/50 second and a diaphragm very closed about f 8 , f 11 these cute little boxes allowed to have great depth of field, without any other adjustment.

In the early days Brownie cameras were built of cardboard, and later will be made of bakelite, plastic and metal.


About 3 years ago, while still at the Bovisa Polytechnic, Andrea read an article describing the Brownie on the National Geographic Magazine and since then he has taken to research the box cameras to put them back on track and reuse.
It was during his time at university (recently completed) that Andrea began photographing and passionate about certain solutions, somewhat difficult to understand for someone accustomed to computers more than chemistry and sensitometry.

With his peers discovered the digital medium, and then re-orient themselves towards the traditional photography techniques that allow you to experience the most creative, or less controllable, such as double exposures and the use of expired emulsions with the unpredictability of some strange fascinating colors.

The Holga is in some way related to the Brownie due to inaccurate optics and mechanical able to produce chromatic aberrations and uncorrect expositions.

After trying to find information about the Kodak Brownie, based on the study methodology learned at University, Andrea begins to look around to collect some specimens of the camera to take apart to see how it is made and be able to tidy up for normal use.
A friend who lives in London helps him find cameras in good conditions and mails them to Italy.
The research proceeds in a scientific way to discover how the photography was born almost 200 years ago and to recover more possible models of box camera.
The Brownie box camera style number 0 of the 1900 are produced until the 1960s, and these are the models that have a front with different graphics, depending on the year of production that turn out to be the most robust and reliable models. These are the cameras imported and rearranged by Andrea. It takes little effort to clean them, take them apart, oil them and put them back into operation, some, after passing through the hands of Andrea cameras seem to leave the factory a week earlier, rather than 60 years ago.
Andrea works hard and puts on sale the first cameras regenerated, not for financial gain, but to build a community of photographers to share this passion, exchange ideas, images and experiences.
Do not want to be the only one to play with these cameras, so he immediately reacted positively when I contacted him to ask him to grant me an interview and a couple of days after he reached Milan, where after having met, we understood we had the same intent and things to say, about this rediscovery.

When Andrea photographed digitally he realized to shoot about 3000 photographs a week that were more or less all the same, this fact made him realize that there had to be another way to go because the excesses are never good and doing too many photographs was also losing a lot of time to review them, before you make a choice and decide what to keep and what to throw away.
With film you have to pay more attention to what you do, each shot also has a cost, which leads you also to avoid wasting money, as well as time.
Andrea would like to try to facilitate access to the world of real photography to people who, like him, are located in front of a reverse path to address a technique of the past, always fascinating and able to give a lot of satisfaction, after knowing the contemporary wonders made of electronic sensors and pixels.
Andrea has entered the room box in a couple of additional spools of wood in order to use the Brownie with the rollers 135 that are more common, cheapest, but which for who lives in the province 135 film still cost about 6 euro each. Not to mention the scarcity of emulsions for black and white and 120 films.

In London there was one of the European factories of Kodak, probably this fact has made it very popular its spread in the United Kingdom and neighboring countries, and as we have seen, the passion for these box camera, was not livedrom by our fathers and our grandfathers with the same enthusiasm.
Italy was a poor country where the radio and the telephone have experienced a spread faster than the mass photography.
The Kodak Brownie model 620 was equipped with the film 620 which had the same width of 120, but was collected from narrower spools of iron, while the 120 had larger wooden spools.
There are spools of iron for the 120, but it is much more common to find spools of plastic that can easily be mounted on Brownie twenty-six, allowing for use without problems of availability of the film.
A different concerns Starlet who rode the film economic era: the 127, before it disappears to leave the monopoly of photography of small format to the rollers 135.
There are a couple of different solutions in order to use the Starlet who rode the 127; in a case you should have the original spools and cut the film from a wider, format, usually a 120 film, using a special slitter, or would it be appropriate to strive otherwise; which means having to use a greater dexterity in the darkness for cutting and rewinding. The other method, however, makes use of adapters that allow you to mount a pair of chargers (one full, the other empty) into the 127, which then gives rise to the exposed film also around the perforations.
For those who want to do things in the right easy way, contact Guido Tosi of Six Gates Film and make supply of 127 ready to use, or contact PFG of Milan that distributes these products. Tony Graffio



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